FRIDA STREET GALLERY è un progetto di collaborazione fra MANUEL RIZ e CLAUS SORAPERRA due artisti che vivono nelle DOLOMITI. L'intento è quello della contaminazione culturale-artistica. Si trova nel centro di CANAZEI ed è uno spazio LIBERO!

DOLOMITES SOUVENIR


9 ottobre - 26 dicembre 2015




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Raccogliere oggetti rifiutati o abbandonati sui sentieri o sulle piste da sci, diventa un'occasione per intraprendere un lavoro di archeologia contemporanea ovvero "etnoarcheologiaturistichalpina".
Crediamo infatti che attraverso la raccolta sul territorio dolomitico e l'archiviazione di questi piccoli reperti, possiamo risalire a delle informazioni che dall'ambito di ricerca passano all'ambito socio-antropologico fornendoci informazioni nuove.
La nostra azione artistica riconosce che siamo ormai parte di una società consumistica che utilizza l'oggetto solo per il fine stabilito, abbandonandolo poi, ma pur riconoscendo questo meccanismo passivo, il nostro pensiero vuole mettere in luce le possibilità creative che il sistema contiene in sè.
Il reperto attraverso il lavoro di raccolta e catalogazione diviene nuovamente "oggetto", con l'azione artistica "opera", che documenta la storia e un pensiero nuovo di attenzione critica verso i fenomeni ciclici della vita della nostra piccola comunità già globalizzata a vocazione turistica.

Claus Soraperra & Manuel Riz





Inaugurazione DOLOMITES SOUVENIR


Inaugurazione il 9 ottobre 2015 a Canazei presso la Frida Street Gallery, con musica diatonika, zuppa di zucca e vin fino a tarda notte...
Per la particolare occasione è stato presentato il progetto Dolomites souvenir con la distribuzione dei 40 reperti confezionati, numerati, archiviati e firmati! 





LA USC DI LADINS 30.10.2015




REFUDAMES CHE FARA' STORIA
Claus Soraperra e Manuel Riz é endò stac pizochenc con la neva opera d’èrt te Frida Street Gallery a Cianacei

Dò che l’an passà i aea confezionà la neif del giacé de la Marmolèda, chest an duc era curiousc de veder che che aea enjignà enstouta Claus Soraperra e Manuel Riz, i doi amisc e artisć da Cianacei che colaborea da egn per portèr mìngol de èrt pizochenta te noscia val.
Da canche i à ciapà te man la vedrina de Frida Bernard Pitscheider del Garnì Hirsch a Cianacei, acà doi egn, Claus e Manuel i tacà à meter fora operes o projec con na funzion ence sozièla, chela de fèr pissèr la jent a fac de la vita de duc i dis.
Via per chest an i à metù fora cater operes: l pan bianch e l pan brujà su la costion di enfughé, na lingia de scartabìe “chiuso” che se troa sui ujes de boteighes, hotìe e restoranc fora de sajon; na bandiera ladina sul stil di Stac Unii e amò ence “l’apreskiboot”, ciuzé da schi de chi che dò na dì sui schi vel se fermèr ti apreski. (http://fridastreet.blogspot.it/)
Ma n’outa a l’an... ades i ne à usà e se speton che i lo fae ence l’an che vegn, i fèsc ence vèlch de spezièl e chest an i à metù via i refudames del bosch.
Dò aer śirà d’istà sui troes da mont, Manuel e Claus à tout sù i refudames e i li à metui via e confezioné con tant de numer, post olache i l’à tout sù e scrites per ladin. Ogne refudam te so scartoz de plastica net e nef, desche se fossa n souvenir... n souvenir da la Dolomites.
Orcena touta sù dut intorn Cianacei: cocoi de banda de la beandes, schipas, bulons, bocoles de boces, toc de bachec da schi, caneles e amò integratores di ziclisć e na lingia de robes da restèr de sas. “Sion jic a pe de spes d’istà – à spiegà i doi artisć – scontraane families con fiores, fonghes, sasc o osc. I se portèa a cèsa dut... desche souvenir. Nos però volaane fèr zeche de nef, che pièje con mìngol de design”.
E dò aer pissà e pissà ge é vegnù l’idea del “Souvenir Dolomites”: orcena, petorcena, refudames te sachet ma che più che dut l’é n’opera d’èrt con n segnificat. Un pel grignèr, se maraveèr, se utèr da l’autra e pissèr chel che l vel, ma enstadì ic doi à amàncol volù portèr la jent a na reflescion. “Chel che nos lascion  - i à dit - l vegnarà tout sù tel davegnir e l mosciarà chi che siane. Canche i archeologhes i jirà a ciavèr i troarà duta chesta orcena e sarà chesta robes chiò che ge dirà chi che sion stac... che ne metarà te la storia e che darà l’inom a noscia popolazion”. Donca con l Souvenir Dolomites se à volù dir ence che la storia la fajon ogne dì e la fajon nos. Sion duc responsaboi.

Valentina Redolfi

RADIO RAI LADINIA


Intervista radiofonica a cura di Anna Mazzel sulla Frida Street Gallery ed il progetto Dolomites souvenir. Andata in onda il 17 ottobre 2015 all'interno del programma Dai crepes dl Sela - Radio RAI Ladinia di Bolzano.

La "civetta" del TRENTINO


Nella "civetta" del Trentino di martedì 13 ottobre 2015 viene citata la performance Souvenir Dolomites presso la Frida Street Gallery.

TRENTINO 13.10.2015


RIZ E SORAPERRA FANNO ARTE CON I RIFIUTI DEI TURISTI
Inaugurata la singolare installazione in Strèda del Faure a Canazei. In sacchetti e ben catalogati i "reperti" raccolti nei boschi e sulle piste da sci

A bordo di un'improbabile jeep gialla, carichi della loro simpatia contagiosa, hanno fatto ingresso nel tardo pomeriggio di venerdì in Strèda del Faure a Canazei, Manuel Riz e Claus Soraperra. Lì, dove da qualche tempo si trova la loro "Frida Street Gallery", li attendeva una cinquantina di persone, tra amici e estimatori, curiosi di ammirare "Dolomites Souvenir" la loro ultima opera d'arte, una performance nella performance.
Riz e Soraperra, l'uno fumettista e l'altro pittore ed ambedue insegnanti nelle scuole della valle, non hanno tradito le attese dei presenti con l'appuntamento annuale con "l'arte di strada", definita così perchè la loro galleria è una semplice bacheca lungo una via dove viene vista e interpretata da tutti i passanti.
L'idea del souvenir dolomitico, spiegata dai due rigorosamente in ladino tra tante battute spiritose, è ricca di quei contenuti e contenitori che, di solito, scartiamo. Nel corso dell' estate i due artisti hanno attraversato boschi e perlustrato sentieri e piste da sci, raccogliendo una quarantina tra rifiuti e oggetti lasciati da turisti e valligiani.
Gli oggetti, da lattine, a pass degli impianti, pezzi di sci, scarponi e quant'altro, sono stati catalogati - inserendoli in buste di plastica con data e luogo del ritrovamento - trasformandoli, così, in moderni reperti, mettendo in pratica quella che hanno definito "etnoarcheologiaturisticalpina". E c'è anche una bona notizia: "Non è stato facile trovarli, i nostri boschi sono puliti!"
Quindi, a fronte di un ambiente rispettato, Riz e Soraperra hanno specificato che l'archiviazione di piccoli reperti permette di risalire a informazioni socio-antropologiche. "La nostra azione artistica riconosce che siamo ormai parte di una società consumistica che utilizza l'oggetto solo per il fine stabilito, abbandonandolo poi. Pur riconoscendo questo meccanismo passivo, intendiamo mettere in luce le possibilità creative che il sistema contiene in sé. Il reperto, attraverso raccolta e catalogazione, diviene nuovamente "oggetto", con l'azione artistica "opera", che documenta la storia e un pensiero nuovo di attenzione critica verso i fenomeni ciclici della vita della nostra comunità, a vocazione turistica, globalizzata".
La performance presentata ha compreso una condivisione con i presenti: come lo scorso anno l'opera era legata allo scioglimento del ghiacciaio della Marmolada e a ogni partecipante era stato data un po'di neve (contenuta in vaschette da conservare in congelatore), quest'anno gli ospiti hanno fatto rientro nelle loro case con un reperto da conservare.

Elisa Salvi

BIANCO e NERO


11 agosto - 8 ottobre 2015

ACCOGLIERE: ricevere qualcuno o qualcosa

L'accoglienza è un'apertura: ciò che così viene accolto o ricevuto viene fatto entrare in una casa, in un gruppo, in sé stessi. Accogliere vuol dire mettersi in gioco e in questo esprime una sfumatura ulteriore di rispetto al supremo buoncostume dell' ospitalità, che appunto può essere solo buon costume.
Chi accoglie rende partecipe di qualcosa di proprio, si offre, si spalanca verso l'altro diventando un tutt'uno con lui. E anche l'accoglienza di un vecchio amico di scuola può parere aliena rispetto all' accoglienza del conoscente giapponese, rimangono il medesimo fenomeno, diverso solo perchè diverse sono le persone e le culture e il loro modo di aprirsi, il loro modo di far entrare.



WE ARE LADIN$


2 giugno - 10 agosto 2015

Ormai il livello di percezione culturale del "Ladinische hintergrund" ha sorpassato la soglia di accettazione. Ormai qualsiasi prodotto che sia culturale, linguistico, artistico, ambientale etc...è inteso come merce di scambio, come prodotto ladino autoctono da utilizzarlo nel tritacarne e farne un prodotto turistico.
L'incapacità dei ladini di essere loro stessi ha generato la costruzione di una nuova identità artificiale, che non deve rispondere a dei bisogni relazionali ma solamente a delle azioni commerciali capitalistiche. Usare ciò che siamo per inventare ciò che non siamo è come cambiare i connotati della bandiera ladina ed adattarli a quella del McDonald, della Coca Cola e della democrazia esportabile.



CHIUSO


9 maggio - 1 giugno 2015

Canazei come gran parte delle località turistiche vive le proprie dinamiche sociali su due velocità. Quella caotica ed estrema del turismo invernale e in parte estivo e quella depressiva e silenziosa che in primavera ed autunno si presenta con il "tutto chiuso". Il problema non è il chiuso ma il TUTTO!
Una comunità dedita al turismo dovrebbe utilizzare al meglio le pause infra-stagionali cercando di approfittarne per "lavorare" per la crescita umana, sociale e conviviale dei cittadini.

La fisica ci aiuta a comprendere il concetto di "chiuso" infatti in un sistema delimitato, in presenza di una trasformazione di un'energia primaria avviene una implosione, il cui effetto finale è una concentrazione in un piccolo spazio di materia in energia. Rispetto all'esplosione dove gli effetti possono sprigionarsi liberamente in uno spazio aperto, l'implosione causa un'autodistruzione trattenuta in uno spazio chiuso, che travolge il TUTTO. In uno spazio serrato le stesse energie secondarie tendono a essere centripete e non centrifughe, il che rischia di creare continui movimenti multipli che non trovano spazi aperti di espressione.